Che serata il 4 giugno!

La splendida sala del Poggio Ruppelt era gremita di bella gente. Dalla vetrata si ammirava il panorama di Bacoli in tutto il suo splendore, in quella serata in cui anche l’estate pareva essere arrivata all’improvviso, gradita ospite, per omaggiare il Commendatore.
In sottofondo i brani macchiettistici sapientemente miscelati. Dopo una breve presentazione giornalistica del libro, la cena iniziò ad esser servita ed invero ebbi l’impressione che gli ospiti fossero più interessati alle prelibatezze dei piatti che non allo scopo della serata.

Ma poi…….lo spettacolo è iniziato. Filo conduttore, come giusto che fosse, era l’Autobiografia che veniva presentata e alla lettura dei brani si alternavano pezzi di spettacolo presi dal repertorio del grande Nino.

All’improvviso l’attenzione degli ospiti era stata catturata; in sala non si sentiva più il tintinnio delle forchette sui piatti, il vocio di sottofondo si era fatto silenzio ed i presenti parevano ipnotizzati da un duetto virtuale di “Agata” eseguito da Francesco de Blasio – nipote di Taranto, nonché solerte Segretario della Fondazione – con il “cartonato” della caricatura del Nonno, che magicamente si era messo a cantare con la voce dell’interprete originale.

Dapprima timidamente, poi sempre più sfacciatamente il pubblico intonava con loro “Aaaagataaa”!!!
Ancora un duetto, questa volta eseguito da de Blasio ed Antonio Merone che, accompagnati al pianoforte dal maestro Sepe, si esibivano in “Te lasso”, canzone di giacca, a suo tempo magistralmente interpretata da Nino Taranto nella trasmissione televisiva “Tarantinella”.

Mentre ascoltavo, mi tornava alla mente il racconto di un nipote proprio in merito a quel brano.

Alle prove di “te lasso” durante la registrazione dello show televisivo, tutti i maestri dell’orchestra si erano alzati in piedi per applaudire l’esibizione di Nino Taranto.
La serata si chiudeva con l’interpretazione dell’ottimo Antonio Merone delle più celebri macchiette.

Il Commendatore era stato lì con tutti noi

Se ne era avvertita la presenza, se ne era intravisto il sorriso ed intorno se ne sentiva il profumo. Si era presentato ai più giovani che non lo conoscevano e aveva lanciato uno sguardo tenero e sorridente a noi, che più avanti negli anni, abbiamo avuto il piacere di ammirarlo dal vivo in palcoscenico e che siamo ancora tanto, tanto nostalgici di quella splendida

“Paglietta a tre punte”.

Maria Letizia Loffreda Mancinelli

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