Antonio Merone in l'Imbroglione onesto

“Io non sono un letterato, sono un sensibile, un istintivo, attingo alla materia grezza della vita, poi la plasmo, la limo, ne faccio opere teatrali, soffermandomi su quanto mi è rimasto impresso, vivendo la mia infanzia a contatto della folla, della folla varia, spicciola, proteiforme, multanime, pittoresca della mia terra di sole.”

Questo scriveva di sé il grande Raffaele Viviani ed invero nelle Sue opere – in tutte – si colgono le varie sfaccettature dell’animo umano.

E poiché l’animo e i sentimenti umani non mutano secondo i tempi, ecco che il grande Drammaturgo resta sempre attuale, come del resto sempre attuali sono la poesia e l’arte in generale.

Mi viene in mente la Sua Bammenella, e chi altro è Bammenella se non (a parte il mestiere che esercita) una donna vittima inconsapevole di violenza (o forse consapevole ma incapace di reagire)….E tutt’ ‘e sserate chill’ m’accid’ ‘e mazzat’, me vo’ nu bene sfrenato, ma nun ‘o ddà a pare’.

Pare di ascoltare una di quelle attualissime Storie maledette.

Il grande drammaturgo fu amico personale ed estimatore di Nino Taranto, al punto che individuò in Lui il suo erede artistico e per Lui scrisse

“Mestiere di padre”.

Dopo la morte di Viviani, gli eredi affidarono al Commendatore l’esclusiva delle interpetazioni delle Sue opere.

Il Commendatore afferrò il testimone e, da par suo, seppe dare a tutto quel repertorio un lungo, indimenticato ed indimenticabile periodo di splendore.

La storia è fatta di corsi e ricorsi.

Nel 1993, un giovanissimo “aspirante attore” s’imbatte per caso -o forse, non proprio per caso- con un nipote del grande Nino, che rimane quasi stupito e commosso dell’ammirazione e devozione che il giovanotto prova nei confronti della figura artistica del Nonno

Le frequentazioni si fanno più intense ed il giovane “attore ostinato” viene introdotto in casa di Maria, primogenita del Commendatore, riesce a vincerne la naturale diffidenza e la conquista.

L’anno seguente gli viene affidata l’interpretazione di alcune macchiette in occasione di un congresso medico internazionale e……lì iniziano una carriera artistica ed una lunga ed impervia “strada tutta in salita”, fatta di feste di piazza e teatri di periferia.

In occasione di una sua rappresentazione tenuta nella “sua” Sant’Anastasia, Maria gli dedica ed autografa una paglietta a tre punte da lui fedelmente riprodotta. Inoltre, riceve “in dote” alcune basi musicali originali e, soprattutto, alcuni abiti di scena e i copioni del Commendatore. Ed ecco che il ragazzo afferra forte il testimone e ostinatamente corre, corre, corre per rendere omaggio a Nino Taranto, interpretando il suo repertorio

Quel ragazzetto ostinato e un po’ sfacciato, con una irresistibile vena artistica è ormai un uomo. Si chiama Antonio Merone, è un grande Artista e, da par suo, sta ridando luce e splendore a quel repertorio che è rimasto nei nostri cuori.

Sabato 7 e domenica 8 dicembre, al Teatro Metropolitan di Sant’Anastasia, la Compagnia Antonio Merone metterà in scena L’Imbroglione onesto di Raffaele Viviani.

Abbiamo ancora tutti negli occhi e nell’anima quell’inarrivabile Raffaele Imbroglione Onesto magistralmente interpretato dal Commendatore, ma sono certa che, come Taranto celebrò Viviani, Antonio Merone celebrerà Taranto.

Si, la storia è fatta di corsi e di ricorsi.

In bocca al lupo Antonio e buon Teatro a tutti!

Maria Letizia Loffreda Mancinelli

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